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DI MAIO a Ballarò

No Di Maio, non ci siamo … in sostanza sulle infrastrutture hai detto che le opere autostradali e i loro completamenti vengono prima di quelle ferroviarie. In altri termini che il trasporto pubblico viene dopo di quello privato. Avessi detto che prima vengono le opere di potenziamento e velocizzazione delle ferrovie regionali e fra queste la Roma-Pescara, la più lenta d'Italia, allora ti avrei capito. Ma per quello che hai detto non ti sei allontanato di un millimetro dal modello di mobilità incentrato sulla gomma. Hai detto sull'argomento del Ponte sullo stretto le stesse cose che ho sentito dire da Arturo Scotto di SEL. Dov’è il cambio di paradigma? Una politica nuova che mette al centro l’interesse ed il bene comune dovrebbe avere altri riferimenti. Hillary Clinton è preoccupata dai cambiamenti climatici, dallo scioglimento dei ghiacciai, dall’innalzamento delle temperature e del livello degli oceani a causa dell’incremento antropico dell’effetto serra, tu no?

Ti faccio notare che la motorizzazione mondiale, in continua crescita, è responsabile per oltre il 25 % dell’incremento antropico dell’effetto serra. L’antidoto è il trasporto pubblico.

Il migliore alleato della motorizzazione e della correlata produzione di CO2 è l’inefficienza e sottosviluppo del trasporto pubblico, specie di quello su ferro. Il Ponte ferroviario sullo stretto di Messina è un’opera di trasporto pubblico su ferro, valida sia per il trasporto delle merci che delle persone, l’autostrada al contrario mi sembra rappresenti un trasporto privato, insostenibile, più costoso, più insicuro e rischioso, riferito ad interessi di parte, non certo a quelli del bene comune e della nostra casa comune.

 Una politica che non sostiene stili di vita più sostenibili insieme ad un diverso modello di sviluppo appartiene alla serie ... il futuro può aspettare!

A titolo personale ti dico che io non posseggo l’automobile, sono car-free, dell’autostrada non so che farmene (a meno che non vi passi un bus pubblico, ma in quel caso sarebbe concorrente alla ferrovia) e non mi piego agli interessi lobbistici dell’industria automobilistica, del petrolio, dell’asfalto, del cemento e tanto meno agli “interessi” delle banche per finanziare l’acquisto dell’automobile. Calerà il PIL? Ho altre idee sullo sviluppo e la qualità della vita.

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