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Percezioni

Molti pensano che i tossicodipendenti e gli immigrati siano i veri pericoli per la nostra società e la nostra sicurezza. I primi perché ritenuti antisociali e potenzialmente criminali a motivo della loro distorta percezione della realtà e i secondi perché amplificano i nostri già noti problemi di mancanza di lavoro oltre che portatori di culture incompatibili con la nostra generando quindi maggiore insicurezza sociale. La distorta percezione della realtà forse non appartiene solo al drogato: dai numeri e dalle statistiche si evince che i maggiori rischi per la società, il maggior numero di morti sono attribuibili ad altre cause. Nello scenario mondiale i maggiori rischi, i maggiori problemi sono dovuti ai cambiamenti climatici, alla vendita ed al possesso di armi, a quell'umanità in fuga da guerre, carestie e dittature. TsA ritiene che inefficienza, corruzione, degrado, scarsa percezione del valore del bene comune siano i maggiori mali del nostro paese. L'inefficienza dei servizi pubblici: fisco, sanità, scuola. giustizia, ordine pubblico, urbanistica, rifiuti, trasporti, contribuisce al crescere delle diseguaglianze, delle ingiustizie, dei conflitti e quindi della insicurezza sociale.

Lo ha ricordato il Presidente della Repubblica: "La corruzione è un furto di democrazia". Il caso della Banca Etruria per esempio con il suicidio di un pensionato ha fatto riflettere sul ruolo e la responsabilità delle istituzioni con finalità pubbliche. Le varie Ilva d'Italia hanno disseminato di morti il paese ed alla base troviamo sempre il dio denaro, la sete di potere e di ricchezza ai quali subordinare tutto il resto.

Molti minimizzano o quasi giustificano il caso Cucchi: "era un drogato, se l'è andata a cercare!". Io invece ritengo che uno Stato e chi opera per esso debba per prima cosa osservarne le sue leggi, garantire l'incolumità dei cittadini e dimostrare caso mai forza e determinazione nel perseguire i veri criminali. Uno Stato che appare forte con i deboli e debole con i forti non può dare garanzie di sicurezza e giustizia ai suoi cittadini.

Tornando al problema droga Io come Saviano sostengo l'antiproibizionismo, convinto che un mercato legale e controllato sia sempre più sicuro di un mercato clandestino e incontrollato dominato dalle mafie. Tra le armi e le droghe sono le prime a provocare il maggior numero di vittime. Qualcuno potrebbe a questo punto obiettare che se il mercato della droga fosse legalizzato come quello delle armi la droga si diffonderebbe con maggiore facilità ma questa è una tesi discutibile: il fumo e l'alcool sono nocivi ma legali e non tutti fumano o bevono, anzi c'è chi smette di fumare, chi smette di bere, c'è anche chi smette di assumere sostanze stupefacenti, in conclusione chi si sottrae a qualsiasi dipendenza lo fa a prescindere se essa sia legalizzata o meno.

Il paragone fra droga e armi è improprio, hanno motivazioni diverse. La droga è rivolta verso se stessi, l'arma verso il prossimo, suicidio a parte. Una mia osservazione è che in America quelle armi che con larga e nota diffusione vengono acquistate e possedute per propria maggiore sicurezza sono poi paradossalmente le stesse a provocare maggiore insicurezza sociale per l'elevato numero di vittime.

Riguardo al lavoro sostengo politiche keynesiane di infrastrutturazione ferroviaria nel sud del paese particolarmente carente e opere di intervento sul dissesto idrogeologico. L'indotto di tali attività, considerando i milioni di cittadini a rischio stimati dall'Ispra, avvierebbe insieme alla nuova occupazione un processo identitario culturale e progettuale utile a contrastare il degrado del nostro paese 

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