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Report

Mi chiedo perché mai Report che pur distinguendosi nell'informazione con bellissimi servizi e puntualissime inchieste su svariati temi politici, economici, sociali e ambientali, che non riguardano solo il nostro paese, a volte non la dice tutta.

L'inchiesta sugli allevamenti intensivi ha posto l'attenzione sull'aspetto della farmacoresistenza indotta dall'abuso di antibiotici eludendo però il tema centrale, il vero problema, che è quello della sostenibilità o insostenibilità complessiva dell'intero modello di produzione e consumo di carne da allevamenti intensivi. Un modello legato a determinati stili di vita e scelte alimentari della popolazione mondiale pur con apprezzabili differenze geografiche.

Eppure una informazione integrale a 360 gradi penso sia utile ai cittadini e compatibile con lo stile e le sfide sostenute da Report.

Gli allevamenti intensivi sono ritenuti responsabili di almeno il 20% del contributo antropico all'effetto serra oltre che della diffusione nell'ambiente di numerosi inquinanti. Sono poi causa di consumo di suolo, deforestazione, sottrazione e impoverimento di risorse proteiche, idriche e della biodiversità. L'eccessivo consumo di carne è ritenuto poi responsabile di varie malattie cardiovascolari e oncologiche e resta comunque lontano, soprattutto nelle forme di allevamento intensivo, dal modello di alimentazione della dieta mediterranea notoriamente raccomandato e sostenuto da nutrizionisti e oncologi di fama mondiale. Tale modello nutrizionistico dovrebbe essere materia di studio già nelle scuole elementari, a maggior ragione della nostra apparteniamo alle popolazioni mediterranee.

Ma qui veniamo all'altro punto che è stato appena accennato e sfiorato, quello degli stili di vita scelti e adottati dai cittadini consumatori, quell'allevatore lo ha detto con chiarezza: "questa è la vera sfida! Sono disposti i cittadini a sostenere maggiori spese per allevamenti biologici?" In un altro punto del servizio è stato detto che gli USA sono i principali sostenitori degli allevamenti intensivi e quindi i maggiori responsabili della farmacoresistenza a meno che non si smonti l'intero modello contrastando interessi economici e stili di vita consolidati. cose che la politica per tornaconto elettorale evita accuratamente di fare priva di coraggio e lungimiranza. La farmacoresistenza non è quindi il solo motivo per rivedere l'intero insostenibile modello zootecnico. Una occasione in più per ripensarlo è offerta dai cambiamenti climatici, un problema che accomuna l'intero pianeta e sul quale differenti culture e popoli potrebbero ritrovarsi per collaborare insieme ma dubito che la politica sappia cogliere questa opportunità. Il riscaldamento globale dovrebbe essere il filo conduttore dei dibattiti politici e talk show ed invece è sempre il convitato di pietra.

A mio modo di vedere, il problema della farmacoresistenza è un corollario della insostenibilità complessiva del modello di alimentazione basato sugli allevamenti intensivi.

Penso che la sostenibilità in generale sia legata al mantenimento di determinati equilibri naturali. Quando creiamo squilibri nei sistemi naturali oltre i limiti di compensazione della terra ci ritroviamo con una serie di nuovi e indesiderati problemi.

Anche nella mobilità creiamo danni e squilibri quando la basiamo principalmente sulla gomma e sui mezzi privati. Quando privilegiamo le autostrade alle ferrovie. Non ci dice nulla il fatto che l'ottocentesca ferrovia in partenza dalla capitale e diretta a Pescara sia rimasta ferma al palo mentre già si pensa di accorciare l'A24 e l'A25 con costosi interventi di tracciato? Non ci dice nulla la contraddizione di Trenitalia che offre pullman (gomma) sull'autostrada come servizi navetta da L'Aquila a Roma per collegarsi all'AV? Una ammissione che certi suoi servizi regionali, complici stato e regioni, sono inefficienti e insufficienti.

Eppure quelle autostrade in partenza da Roma portano verso monti dove già non nevica più, verso mari inquinati dove si pensa di continuare ad estrarre combustibili fossili per alimentare le auto. Ed ecco perché ci ritroviamo con la "Strada dei Parchi" ma non con "la Ferrovia dei Parchi".

Non sarebbe il caso qualche volta di centrare il tema degli squilibri di alcuni modelli e della loro insostenibilità?

Qui avrebbe un grande ruolo l'informazione.

Il mercato e la produzione si saldano agli stili di vita scelti e adottati dai cittadini e quando i modelli diventano insostenibili dovrebbe aprirsi lo spazio per la politica con la P maiuscola. Spesso invece la vediamo sottomessa insieme all'informazione (non comunque Report) se non addirittura organiche a tali modelli.

Trasporti e allevamenti intensivi sono ritenute le principali cause del riscaldamento globale, temi in cui si incrociano scelte politiche economiche e individuali, veri banchi di prova per l'umanità nel contrastare realmente e responsabilmente i cambiamenti climatici: girare una chiave nel cruscotto dell'auto e mettere una bistecca nella padella sono cose che facciamo ogni giorno!

 

Io non sono e non rappresento nessuno, sarà forse questo uno dei motivi per il quale non riceverò una risposta?

Alcuni dati dal mio sito Turismosenzauto

http://turismosenzauto.jimdo.com/approfondimenti/dati/zootecnica/

Ma Voi potreste fare molto di più e di meglio.

Grazie e auguri a Report che nel panorama dell'informazione italiana resta una delle poche eccellenze.

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