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Una serie di domande al Ministro Delrio

Rivolgiamo cortesemente al Ministro Delrio una serie di domande in riferimento alle 10 parole chiave indicanti le linee strategiche del nuovo MIT per i prossimi anni sognando che possa concederci delle risposte.

(Naturalmente se il Ministro ritiene di aver già esaurientemente risposto ad una domanda con la risposta data ad una domanda precedente si passerà alla successiva)

 

 

  1. Premesso che la mobilità su gomma incide per circa un quarto sul totale del contributo antropico ai gas serra ritenuti causa dei cambiamenti climatici, trova doveroso per uno stato civile porsi l'obiettivo di una riduzione di tale modalità in favore di un trasporto pubblico incentrato sul ferro?

  2. Indurre e incentivare i cittadini ad usare quanto più possibile i mezzi pubblici (unitamente ad una loro maggiore efficienza) e ridurre l'uso dei mezzi privati trova che sia una limitazione della libertà o al contrario una maggiore libertà per tutti di vivere meglio e con un più alto livello di qualità della vita?

  3. Trova condivisibile l'orientamento per una mobilità pubblica e collettiva anziché privata e autocentrica o al contrario ritiene che non faccia “PIL”?

  4. Così come avviene per le spese di ristrutturazione energetica delle case perché non pensare a riduzioni delle tasse e quindi ad incentivi fiscali per chi utilizza i mezzi pubblici o riduce o azzera i Km percorsi con i mezzi privati secondo il principio che chi inquina di più paga di più?

    Non potrebbe questo essere un modo efficace per coinvolgere attivamente e concretamente i cittadini su problemi ecologici di tale rilevanza evitando l'astrattismo e quel diffuso atteggiamento per il quale chi se ne dovrebbe occupare sono sempre gli altri e mai noi stessi? (Il tutto potrebbe essere contabilizzato con sistemi elettronici di facile impiego che vanno dagli abbonamenti, ai biglietti, ai contachilometri dei mezzi privati monitorati telematicamente o con GPS, naturalmente su base volontaria.)

  5. Quando parliamo di flessibilità negli investimenti infrastrutturali perché eludiamo sempre il punto centrale: infrastrutture sostenibili o insostenibili? Ferro o gomma?

  6. La mobilità sostenibile sono le FrecciaLink autostradali o le ferrovie regionali? Perché l'AV non viene equilibrata ed integrata al meglio con le ferrovie regionali? Quali sono le sue considerazioni in merito al progetto di Trenitalia di gestire un trasporto integrato ferro-gomma anche con l'acquisizione di società di trasporto pubblico? Non vi ravvisa il rischio di sostituzione del trasporto ferroviario regionale con quello su gomma come in certi servizi navetta fra l'AV e città d'alto valore turistico?

  7. Trova ragionevole o bizzarro il fatto che qualcuno abbia scelto come indice o cartina di tornasole delle reali e concrete scelte nella realizzazione delle infrastrutture della mobilità l'efficienza della ferrovia più lenta d'Italia in partenza dalla Capitale: la Roma-Pescara unitamente alla sua integrazione con il trasporto pubblico locale su gomma? Trova condivisibile la considerazione che tale ferrovia rappresenti al peggio l'insufficienza e l'inadeguatezza delle ferrovie regionali? Non rappresenta poi quella trasversale utile al centro Italia ed a maggior ragione in riferimento alle parole chiave della strategia del nuovo MIT quali in particolare Sostenibilità, Cura, Integrazione, Ferro e Sud? (Ricordo che la suddetta ferrovia collega il Tirreno all'Adriatico percorrendo la regione più verde d'Europa, l'Abruzzo, con grandi potenzialità turistiche ma la cui mobilità è basata principalmente sulle autostrade. Un mix di evidenti emblematiche contraddizioni ed incoerenze ecologiche.)

  8. Se ritiene che il Turismo sia una grande risorsa trascurata del nostro Paese non trova che uno dei suoi più validi supporti sia costituito dal trasporto pubblico ed in particolare oltre all'AV anche dalle ferrovie regionali?

  9. La politica che subordina la propria responsabilità a calcoli di tornaconto elettorale o ad altri interessi può guidare i cittadini ed il paese verso un futuro sostenibile?

  10. Perché nella politica, nei dibattiti politici, in molti media, il tema dello sviluppo sostenibile visto in relazione al riscaldamento globale viene sempre costantemente e sistematicamente eluso? Al contrario non potrebbe e non dovrebbe costituire l'orientamento della politica?

  11. Una politica che accompagnasse con decisione e autorevolezza uno sviluppo economico-infrastrutturale sostenibile con scelte coerenti, condivise e partecipate dai cittadini, non sarebbe la migliore e più lungimirante delle politiche?

  12. Perché a suo parere questa palese discrasia tra gli accorati appelli degli scienziati sull'urgenza di affrontare seriamente il problema del riscaldamento globale con le sue note catastrofiche conseguenze planetarie e il disinteresse del mondo politico e della società stessa nel porre in atto interventi concreti con scelte infrastrutturali equilibrate, coerenti e sostenibili?

  13. Nella frase che riassume nel sito del MIT http://www.mit.gov.it/comunicazione/news/nuovo-mit la missione che si propone il suo Ministero non poteva essere aggiunta una parolina? Ovvero: “L'Italia non ha bisogno di grandi o piccole opere, ha bisogno di opere utili e sostenibili

  14. Trova interessante o inutile introdurre nella costituzione il principio giuridico della sostenibilità ambientale e vincolare lo stato ad uno sviluppo economico ed infrastrutturale sostenibile?

  15. Si potrebbe proporre alla Comunità europea una flessibilità negli investimenti infrastrutturali ed energetici sostenibili finalizzati alla riduzione del riscaldamento globale e su questa base creare un nuovo modello di civiltà e di economia per l'Europa?

  16. Ritiene che per l'uomo trovare un giusto rapporto ed equilibrio con il territorio e l'ambiente sia la precondizione per trovarlo con se stesso e i suoi simili anche sul piano politico?

  17. Condivide il pensiero che al centro di tutto non va messo l'uomo in una abusata e retorica visione antropocentrica bensì la nostra terra, fonte di vita, con la quale saggiamente relazionarsi anche nelle scelte infrastrutturali? (Meglio potremmo dire che al centro di tutto vi è il triplice rapporto dell'uomo con se stesso, i suoi simili e l'ambiente, del resto ce lo ricorda anche Papa Francesco con l'enciclica Laudato si nel riferimento a San Francesco “che viveva con semplicità e in una meravigliosa armonia con Dio, con gli altri, con la natura e con se stesso”. Se la politica si occupasse più laicamente e responsabilmente almeno dei rapporti dell'uomo con i suoi simili e con la natura, senza scomodare Dio, sarebbe già molto.)

  18. Infine mettiamo insieme quattro punti che la stampa non usa cogliere in una visione unitaria della mobilità per il nostro Paese ma sui quali chiediamo cortesemente il suo parere e possibilmente anche l'orientamento complessivo del suo governo a riepilogo delle scelte infrastrutturali utili e sostenibili: 1) La TAV in Val di Susa; 2) Le proposte del gruppo TOTO per varianti di tracciato sull'A24 e A25 in relazioni a problematiche ambientali e alle note carenze ferroviarie della regione; 3) Il Ponte sullo Stretto di Messina visto anche in relazione all'AV e alle ferrovie regionali; 4) Investimenti sulle ferrovie regionali e loro integrazione e scambio con il trasporto pubblico locale, regionale, e con l'AV.

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