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Prima di abbandonare la Terra

L'astrofisico Hawking, recentemente scomparso, ricordava all'Umanità intera che il pericolo e la maggiore urgenza da affrontare sono i cambiamenti climatici causati dal Riscaldamento globale per il quale la Terra rischia di trasformarsi in Venere.

 

L'auto, insieme alla motorizzazione privata è responsabile di almeno 1/5 delle emissioni antropiche di gas serra.

Nella UE ogni anno più di 120.000 persone perdono la vita a seguito di incidenti stradali mentre più di 500.000 persone muoiono per lo smog in cui sempre l'auto è riconosciuta come una delle cause principali.

In particolare nel nostro Paese gli alti tassi di motorizzazione, rendono le città sempre più invivibili, malsane e insicure. L'occupazione di suolo delle auto, sempre più invasivo, riduce gli spazi e la sicurezza per pedoni e ciclisti causando incidenti, decessi e invalidità.

In molte nostre città il numero di sforamenti annui per superamento dei limiti di legge delle polveri sottili resta tra i più alti d'Europa con gravi rischi per la nostra salute.

 

Le domeniche senza auto sono palliativi che non bastano più.

Dobbiamo pensare a città senza auto!

 

Un modello di mobilità basato sull'auto è improponibile e indesiderabile su scala planetaria soprattutto se rapportato agli attuali tassi di crescita della popolazione umana.

L'unica soluzione praticabile e sostenibile oltre che maggiormente efficiente e sicura è in un Trasporto pubblico altamente tecnologico ed interattivo, integrato da quote controllate di auto elettriche condivise a guida autonoma. Fondamentali nelle aree urbane saranno le zone 30. L'auto, in una prospettiva di sostenibilità ambientale, può essere solo il complemento del trasporto pubblico, ma non la sua sostituzione. 

 

Basta ai compartimenti stagni tra la scienza e la politica.

Stop alle incoerenze tra le acquisizioni scientifiche e dati statistici da una parte e i nostri comportamenti e percezioni dall'altra.

Oltre all'economia circolare occorrerà un Pensiero circolare.

La nostre gerarchie di valori andranno riviste e rimodellate: possedere un'auto dovrà essere percepito come un disvalore piuttosto che un valore o status symbol, mentre il non possederla dovrà diventare un valore eco-symbol, associato nell'immaginario collettivo ad ambienti più salubri, sicuri e vivibili.

 

Riusciremo a vincere la sfida dei cambiamenti climatici?

Oppure la Terra si trasformerà nell'infernale Venere?

Saremo costretti ad abbandonarla per trasferirci su altri pianeti?

 

Gli ideali di bellezza, civiltà, lavoro, uguaglianza, solidarietà, giustizia sociale, camminano sulle gambe degli uomini e possono essere raggiunti solo sulla Terra, e non altrove, percorrendo un unico sentiero, quello dello sviluppo sostenibile.

Se non saremo capaci di mostrarci solidali con le generazioni future, tanto meno lo saremo con il nostro prossimo o i nostri figli e nipoti. Il tipo di rapporti che stabiliremo con la nostra madre Terra, deciderà il tipo di rapporti che stabiliremo tra gli esseri umani oltre che il grado di civiltà, qualità della vita e giustizia sociale.

Prima di tutto dobbiamo assicurarci un pianeta sano e vivibile sul quale lavorare, sognare e lottare. La lotta di classe sul pianeta Venere non avrebbe luogo né senso.

Le responsabilità di un disastro ecologico atteso e annunciato non saranno certamente solo della Politica o dei governanti scelti con il nostro voto, ma di ognuno di noi, delle nostre scelte e dei nostri stili di vita.

La reale volontà e capacità del genere umano nell'affrontare tali sfide trova la sua migliore cartina di tornasole nel settore trasporti e mobilità. In questo settore, più di ogni altro, si incrociano scelte individuali con quelle collettive, politiche, urbanistiche, governo del territorio, infrastrutture e di spesa pubblica, ovviamente più o meno sostenibili. Purtroppo proprio in questo settore le scelte individuali deviano sistematicamente e con più frequenza da percorsi e da modelli sostenibili in grado di offrire anche maggior sicurezza e qualità di vita.

Ricordiamoci che l'auto non è altro che l'estensione del nostro ego alla sua lamiera in una illusoria immagine di libertà. Infatti nelle aree urbane come negli incolonnamenti stradali e autostradali sarà sempre più prigioniera di se stessa e noi suoi schiavi sacrificandole salute, tempo, denaro e il nostro futuro.

 

PRIMA DI ABBANDONARE

LA TERRA

 

PROVIAMO AD ABBANDONARE L' AUTO

 

Modificato 20/7/18

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