MOBILITà SENZA AUTO (MSa)

Le ferrovie regionali sono al centro dello sviluppo turistico e sostenibile del nostro Paese

APPROFONDIMENTI

 

 

Una chiave che TsA propone per un diverso approccio ai temi della mobilità è quella di un cambio di visione. Non più vedere la mobilità come un problema relegato alle aree urbane o appartenente ai soli lamentosi pendolari. La mobilità riguarda tutti e non ha confini.

 

NOTA: Nello SS le FER (Fonti Energetiche Rinnovabili) svolgono un ruolo primario e fondamentale nella produzione di energia.

 

Una provvisoria definizione di VT potrebbe essere:

L'insieme delle opere e delle attività, comprese le infrastrutture, volte alla valorizzazione, tutela, promozione, del patrimonio culturale e naturale di un territorio a fini turistici, economici e commerciali.

 

Esempi di infrastrutture a tutela. oltre che valorizzazione e promozione, del patrimonio culturale e naturale di un territorio: la funicolare di Orvieto, la funivia del Renon.

 

Nell'intersezione fra IIS e SS trovano espressione oltre che la MsA anche gli IISS.

 Non sempre gli investimenti infrastrutturali ritenuti strategici vanno nella direzione di uno SS: vedasi la TAV Torino-Lione in Val di Susa, ampliamenti autostradali o costruende autostrade.

 

L'intersezione fra T e VT esprime la promozione di un Turismo di qualità.

 

Nell'intersezione dei quattro insiemi troviamo il TsA, Il Turismo sostenibile e lo Sviluppo Sostenibile attivamente "Sostenuto" (SSS).

 

 Il TsA, nell'insieme delle scelte strategiche per uno SS, può essere visto come il battito d'ali d'una farfalla. Una piccola cosa ... eppure ....

 TsA, il cuore di un turismo e di uno sviluppo entrambi sostenibili.

Un'altra rappresentazione del TsA e dei suoi rapporti sociali ed ecologici.

In quest'altra rappresentazione viene aggiunto l'insieme blu "EdT" che sta per "Ecogestione del Territorio". In questo insieme includiamo varie attività fra le quali la Cura del Territorio, Interventi sul dissesto idrogeologico, l'Ecogestione dei rifiuti, una sana agricoltura come quella biologica (lontana dallo sfruttamento del caporalato), bonifiche ambientali, attività nelle quali resta fondamentale il ruolo e la regia delle Pubbliche Amministrazioni.

 

Perché l'insieme EdT non è compreso interamente nell'insieme SS?

La risposta è che nell'insieme SS anche nell'accezione "forte" o della Pianificazione Ambientale di Mc Harg, nella quale fondamentale è l'integrità del Patrimonio naturale, prevale sempre però un obiettivo economico-produttivo legato alle attività imprenditoriali umane. Diversamente l'Ecogestione del Territorio non ha finalità strettamente economiche o di crescita economica ma anzi comporta nei vari capitoli ingenti spese delle quali deve farsi carico inevitabilmente e necessariamente la collettività, in quanto è dalla disponibilità del patrimonio naturale che dipendono le varie attività umane e le possibilità di sviluppo.

 

Un altro caso di non sovrapponibilità o non appartenenza è, a parere di chi scrive, fra l'insieme VT e l'insieme EdT. Infatti sappiamo tutti quanto siano ecologici certi progetti valoristici di alberghi, piste da sci, impianti di risalita, comprensori turistici. Anche "Autostrade per l'Italia" si propone per la tutela paesaggistica e valorizzazione del territorio.

I due insiemi hanno comunque finalità diverse: il primo volto essenzialmente alla promozione di un territorio, il secondo alla sua integrità naturale curandolo e proteggendolo dal carico antropico.

 

Per rendere pienamente sostenibile l'insieme VT dovremmo aggiungervi il solito prefisso Eco trasformandolo in Ecovalorizzazione del territorio, termine già diffuso.

 

E quindi, in conclusione, nell'intersezione dei cinque insiemi troviamo anche la ciliegina del TsA insieme ad un più alto livello di civiltà e di qualità della vita.

 

Tutto quanto esposto è naturalmente aperto alla discussione ed alla critica.

 


Se nel motore di ricerca Google digitiamo parole chiave come "Alpi senza auto" o addirittura "Lombardia senza auto" troviamo qualche valida risposta. Ci sono zone, come il Renon nel Trentino Alto Adige o le Alpine Pearls, che del Turismo senza Auto ne fanno una bandiera permettendo al turista innanzitutto di arrivare senza auto con un valido sistema ferroviario e poi con abbonamenti mobilCard spesso gratuiti di fruire di una efficiente mobilità pubblica regionale integrata. Il Protocollo Trasporti della Convenzione delle Alpi avrà forse ispirato qualcuno. Diversamente, se digitiamo "Appennino senza auto" o "Abruzzo senza auto", tanto per citare la regione che si vanta di essere la più verde d'Europa, non troviamo simili esempi, anzi al contrario troviamo vari siti che ci invitano a percorsi stradali con l'auto tra i meravigliosi paesaggi dei parchi naturali.

Da qui vogliamo partire, nella consapevolezza che un Turismo responsabile o sostenibile non può che coniugarsi con una mobilità sostenibile capace di ridurre l'uso dell'automobile a favore di un efficiente sistema di trasporto pubblico integrato nell'interesse sia dei residenti che dei turisti. Occorre quindi Investire nelle infrastrutture soprattutto ferroviarie per colmare nel centro e nel sud il vistoso gap infrastrutturale con il nord. Anche qui c'è da ricordare che le infrastrutture sostenibili sono quelle ferroviarie regionali integrate da servizi su gomma per non cadere nell'inganno operato dalle lobby del petrolio, cemento ed asfalto che tenendo in ostaggio governo e istituzioni fanno sperperare soldi pubblici esclusivamente in inutili ed anzi spesso dannose opere stradali ed autostradali. Un esempio concreto vale più di mille parole: non è tollerabile che da Roma, la capitale del paese, parta verso l'Abruzzo la ferrovia più lenta d'Italia, la Roma-Pescara (velocità media 60 km/ora), assolutamente non competitiva con la "Strada dei parchi" e con gli stessi bus che la percorrono ed oltretutto per nulla integrata col trasporto pubblico su gomma. Ma siamo anche più ambiziosi, vorremmo proporre la definizione di uno standard di Turismo senza auto che come avviene per la Bandiera Blu, possa esercitare quando se ne ottiene il riconoscimento, una ulteriore attrattività turistica. il sito è aperto ai contributi ed opinioni di chiunque voglia dire la sua su questi temi a seconda del vario grado di sensibilità ambientale.

tsa

TsA viene incontro ai turisti che scelgono di viaggiare e muoversi facendo a meno dell'auto consapevoli che il turismo stesso dipende in larga misura dalla cura e valorizzazione del patrimonio territoriale e paesaggistico, nonché dalle scelte in materia di mobilità. TsA sostiene e promuove un turismo sostenibile, rispettoso dell'ambiente, non invasivo, responsabile della preservazione e tutela delle bellezze naturali, paesaggistiche, artistiche e culturali di cui è ricco il nostro paese e ne costituiscono preziosa risorsa, non solo per il turismo, ma per l'immagine stessa del paese e per la sua economia. Solo da un turismo che non mina l'autenticità e l'integrità dei luoghi visitati e che si avvicina con passi leggeri ad arti, saperi e tradizioni può dipendere un turismo di qualità ed un futuro di civiltà. TsA si propone come luogo di incontro, spazio aperto per commenti e proposte, nella speranza e convinzione che crescendone l'adesione in numero e visibilità si possa poi influire con ruoli propositivi sulle scelte infrastrutturali utili al paese. Determinante e necessario sarà poi il coinvolgimento e la partecipazione di tutti gli operatori del settore: strutture ricettive, infrastrutture, aziende di trasporto ed amministratori pubblici. Altrimenti per i turisti il Bel Paese resterà solo bello... ma impossibile!  

TsA va oltre le esigenze e le rivendicazioni dei pendolari in materia di mobilità nella consapevolezza che la mobilità sostenibile riguarda tutti e non può essere ridotta a questione di soli pendolari. Osservandone solo un aspetto si perde la visione di insieme della mobilità generando squilibri e diseguaglianze come nel caso dell'Alta velocità, vetrina di facciata per Trenitalia, ma che nasconde la disastrosa situazione delle ferrovie regionali, per di più in fase di peggioramento. Per essere credibili in una alternativa all'uso dell'automobile la cura del ferro va estesa a tutto il corpo malato della penisola invertendo scelte di quadruplicamento e potenziamento delle reti autostradali e stradali (e contestuali potature di rami secchi ferroviari) che non faranno altro che aumentare la massa degli autoveicoli circolanti con "benefiche" conseguenze per l'ambiente, la nostra salute ed il nostro futuro. In questo TsA può esercitare un suo ruolo.




Le domande che poniamo

Luglio 2014

 

A chi propone devastanti ed insostenibili opere viarie, come il sistema intermodale integrato pontino (si badi bene intermodale non plurimodale!), l’autostrada Orte-Mestre o prolungamenti autostradali nel cuore delle Alpi patrimonio Unesco, andrebbero semplicemente poste le seguenti domande:

  • Incentivano il trasporto pubblico o quello privato?
  • Riducono la massa circolante delle autovetture?
  • Inducono ad una de-motorizzazione?
  • Favoriscono il passaggio dalla gomma al ferro?
  • Sono opere complementari al sistema ferroviario o al contrario sostitutive?
  • Sono opere dalla parte di un futuro e una mobilità sostenibili o dalla parte  delle lobby del petrolio, cemento, asfalto e dell'industria automobilistica?

Ricordiamoci sempre che:

  • L’auto deve essere complementare e non sostitutiva della ferrovia
  • L’auto è l’estensione del nostro ego alle dimensioni della sua sagoma di  lamiera. Non è simbolo di libertà bensì nel traffico, negli ingorghi urbani ed incolonnamenti autostradali  è prigioniera di se stessa in una "autoimmobilità", oltre che fonte di  inquinamento, incidentalità, stress e maggiori costi per l’individuo e la società.
  • Cinque miliardi di autovetture, nella prospettiva di una motorizzazione di massa che coinvolga anche i paesi emergenti, sono insostenibili per il nostro pianeta.
  • Le aree urbane sono ritenute a livello planetario responsabili dell'80% delle emissioni antropogeniche di gas serra e più del 60% dell'inquinamento atmosferico prodotto dalle aree urbane è causato dal traffico veicolare.
  • I treni con le ferrovie non sono solo dei mezzi offerti ai pendolari come comunemente si tende a pensare, ma perni imprescindibili di una mobilità sostenibile per tutti

Perché TsA?

Maggio 2014

 

Perché il Turismo senz'Auto (TsA)? 

Il TsA è nella nostra proposta e nella nostra visione parte di un progetto per ridisegnare e ricostruire il Paese partendo dalla mobilità coniugata alla cura del territorio e alle sue risorse non solo turistiche.

Il tema della mobilità è spesso associato quasi esclusivamente ai pendolari ed alle loro richieste di miglioramento dei servizi pubblici espresse ed organizzate nei vari comitati di pendolari, ma ciò rappresenta, a parere di chi scrive, solo la punta dell'iceberg o una sola delle facce di un problema che non viene visto nella sua interezza e che quindi non riceve risposte adeguate e sufficienti.

Al nostro paese manca una visione d'insieme della mobilità, sia per le cose che le persone. Il trasporto delle merci avviene al 90 per cento su gomma quando è risaputo che su ferro i costi si riducono dal 50 al 70%. Il treno, a parità di tonnellate trasportate, richiede un consumo minore di energia. Da questi numeri si capisce che la politica dei trasporti è strettamente connessa all'economia e all'ambiente. Per ridisegnare e ricostruire un paese in crisi si può ricominciare anche da qui. Dalla cura del territorio e dalle sue infrastrutture. Ci indebiteremo? Ciò non ha importanza se gli investimenti vanno nella giusta direzione. Cambiando il paradigma della mobilità con una visione diversa dei valori e delle risorse del territorio, cambierà anche quello dell'economia e dello sviluppo.

Se non cominciamo a contrastare le lobby del cemento, dell'asfalto e del petrolio associate alle opere autostradali e all'industria dell'automobile i mezzi offerti ai pendolari saranno sempre elemosine di un economia e di una politica estranea ai loro problemi e tanto più ai problemi dei cittadini che per qualunque ragione abbiano bisogno di muoversi. Al più otterremo risposte funzionali agli interessi delle lobby come l'acquisto finanziariamente agevolato dell'automobile oppure quadruplicamento di strade ed autostrade. 

I treni e le ferrovie non sono solo dei mezzi offerti ai pendolari (come regali di spesa pubblica strappati al bilancio dello stato) ma perni di uno sviluppo sostenibile nell'interesse di tutti, turisti compresi. Quando i comitati pendolari rivendicano migliori servizi pubblici e ferroviari non lo chiedono solo in nome e per conto dei pendolari ma per l'intero paese ed il suo futuro, migliorandone l'immagine e rendendolo più competitivo.

Ecco allora il senso della nostra proposta per un TsA che potrebbe essere un valido ed efficace supporto al cambio di paradigma di una mobilità fondata non più sull'automobile, sulla quale è fondata purtroppo anche la nostra repubblica, ma su una estesa ed efficiente rete di servizi pubblici la cui nervatura principale dovrà e non potrà che essere ferroviaria.

Il TsA potrebbe svolgere un ruolo propositivo e di incentivazione agli investimenti sulla rete ferroviaria e trasporti pubblici in genere, sia nel TPL che TPR, a patto che venga riconosciuto e codificato in un preciso standard di servizi pubblici riferiti a determinati livelli infrastrutturali sia su ferro che su gomma. Insomma, tanto per intenderci, i turisti che per scelta vogliono fare a meno dell'auto dovranno avere la possibilità e la sicurezza anche nel ritorno dai weekend, cioé la domenica, di poter usufruire di mezzi pubblici dalla struttura ricettiva alla più vicina stazione ferroviaria o almeno con servizi navetta dedicati al compito. Purtroppo ciò non è ancora possibile in molte parti d'Italia pur con vocazione e potenzialità turistiche, basti pensare a Gubbio, Chianciano Terme, Camaldoli, parchi naturali e tante altre località dove il TPL la domenica non esiste o è scollegato dalla rete ferroviaria impedendo poi di fatto attività escursionistiche.

Se il Bel Paese non viene amato e curato come un giardino perde l'occasione, pur con le sue potenzialità ed unicità, di essere, se non il giardino d'Europa, almeno il nostro giardino, privandoci di positive ricadute nell'economia, la società e l'ambiente. Tutti sappiamo che alla fine la qualità della vita dipende non solo dalle necessarie politiche tese al contrasto delle diseguaglianze e delle ingiustizie, ma anche dalla terra, dall'acqua, dall'aria... e dalla bellezza!